16 maggio 2021 – Ascensione del Signore B
Liturgia della Parola: 1lettura: At 1,1-11 – Salmo responsoriale: Sal 46 – 2lettura: Ef 4,1-13 – Vangelo: Mc 16,15-20.
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, [ Gesù apparve agli Undici ] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Parola del Signore
Omelia
Prima di ascendere al cielo Gesù dà agli apostoli un ultimo comando: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Solitamente le ultime disposizioni riguardano le cose che più stanno a cuore ad una persona. Tutte le preoccupazioni di Gesù non riguardano sé stesso ma la nostra salvezza. Lui è venuto sulla terra per salvare il mondo. Per questo comanda di annunciare il vangelo, cioè di portare gli uomini all’incontro con lui, affinché siano salvati: Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato… Ecco cosa sta a cuore a Gesù, la nostra salvezza. Per poterla ottenere dobbiamo conoscere e credere in Gesùche è l’unico salvatore del mondo e non ce ne sono altri. Si comprende quindi anche il seguito: Ma chi non crederà sarà condannato. Chi rifiuta Gesù, condanna sé stesso, perché rifiuta l’unica salvezza possibile. Questo comando di Gesù si deve imprimere nella nostra mente e deve accenderci dal desiderio di farlo conoscere a tutti, come lui chiede, nessuno escluso.
Il demonio, il guastatore delle opere di Dio, ci inganna o per farci compiere il male o per non farci compiere il bene. Annunciare il vangelo e far conoscere Gesù Cristo è la più grande opera buona che possiamo fare, il più grande atto di amore al prossimo. Infatti conducendo a Gesù quelli che non lo conoscono o lo conoscono solo per sentito dire, li portiamo alla sorgente dell’amore e alla salvezza eterna. Il demonio per distrarre da questo compito ha inoculato nella mente di tanti cristiani l’idea che una religione vale l’altra. Ragionando così tralasciamo di annunciare il vangelo, perché pensiamo che per raggiungere la salvezza basta seguire la propria religione. Se le cose stessero così, Gesù non ci avrebbe comandato: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Alcuni, fraintendendo il dialogo tra il Papa e i seguaci delle altre religioni, pensano che non ci sia più bisogno di annuncio del vangelo. Il dialogo è importante perché serve a superare diffidenze e pregiudizi, a conoscersi meglio e lavorare insieme in tante cose che riguardano il bene comune. Ma non sostituisce l’annuncio del vangelo che è un comando chiaro ed esplicito del Signore Gesù che lo accompagna, operando sia negli apostoli e sia nei destinatari come dimostrano alcuni episodi raccontati negli Atti degli Apostoli. Vediamo che il Signore ispira il diacono Filippo e Pietro ad andare incontro a quelle persone che egli sa disponibili ad accogliere il vangelo. Se siamo animati dal desiderio di far conoscere Gesù come Filippo e Pietro, Egli farà lo stesso con noi insegnandoci ad andare incontro a quelli che sa disponibili perché li conduciamo a lui.
Il nostro rapporto con Gesù Cristo è unico e irripetibile, ma si realizza all’interno di una famiglia, che è la chiesa. Tutti noi cristiani siamo uniti a Gesù e tra di noi mediante lo Spirito Santo per formare un solo corpo. L’apostolo ci esorta a mantenere quest’unità mediante il vincolo della pace. L’unità invisibile operata tra di noi dallo Spirito Santo deve manifestarsi con la pace vicendevole. Per custodire la pace dobbiamo rapportarci con i fratelli con l’umiltà e l’amore di Gesù. Nella chiesa, come un corpo in cui ci sono varie membra, ognuno di noi è chiamato a svolgere un compito per il bene comune. Ogni nostro servizio deve tendere a crescere e far crescere nella conoscenza di Gesù e nell’imitazione del suo amore.
Mentre scrivevo quest’omelia mi sono andati gli occhi sul cellulare dove si parlava della beatificazione, avvenuta ieri, di padre Jordan, fondatore della famiglia salvatoriana. Il beato ha fatto del comando di Gesù: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura, la ragione della sua vita. Per obbedire a questo comando ha fondato due congregazioni religiose una maschile, la Società del Divin Salvatore, e una femminile, le Suore del Divin Salvatore. In questo modo ha contribuito alla diffusione del vangelo in oltre 50 paesi. Lo slogan della sua opera missionaria era: Annunciare a tutti, per salvare tutti.